mercoledì 13 febbraio 2013

Oggi ho pianto



E non di gioia... Forse dovrei avere un pò di pudore in più ad ammetterlo, perchè sicuramente esistono sfortune assai più grandi che possono accadere all' essere umano, ma io oggi, dopo aver preso coscienza di avere una fascite plantare ho provato un profondo senso di disperazione ed ho emesso dei penosi vagiti di dolore. Ho capito che devo fermarmi, nella migliore delle ipotesi per almeno 1 mese, ma se proprio va bene... Sto pensando di organizzarmi per cercare un buon ortopedico per affidarmi alle sue cure, ma ancora non so dove andare a sbattere la testa. Pensare nel frattempo di ripiegare con l'attività del nuoto in piscina mi mette un senso di angustia infinito. La corsa è troppo importante per il mio equilibrio psico-fisico, mene rendo conto e non è affatto un bene, anche perchè in momenti come questo in cui mi viene a mancare, e chissà per quanto tempo, mi sento davvero finito.

ultima corsa

domenica 10 febbraio 2013

Mese di scarico



E' la prima volta in vita mia che riesco a correre nel mese di Febbraio. Tra le volte, le più, che non ci ho nemmeno pensato e quelle in cui mi sono arreso al freddo, a qualche dolore e alla mancanza di voglia, stavolta invece corro. Grazie anche alla stagione favorevole ed alla mia determinazione di voler essere costante per migliorarmi più di quanto abbia mai fatto. Da Maggio ad oggi ho corso con continuità per 1115 km. Lo stop più lungo è stato di 4 giornate a Gennaio durante una sindrome influenzale, per il resto non ho mai riposato per più di due giorni tra una corsa e l'altra. L'impegno con le due mezze maratone che ho corso con intensità a Novembre e Dicembre, già da un pò di tempo probabilmente reclamava al mio fisico ed alla mia psiche un periodo di riposo, o come dicono i podisti, un periodo di "scarico". Ovvero una fase caratterizzata da corse blande, con meno chilometri, velocità inferiori, intervalli di riposo più lunghi, una programmazione più rilassata: l'importante è continuare a correre. E' una fase indispensabile che serve a rigenerare l'organismo dall'accumulo dei microtraumi che si producono con la corsa ed a rinnovare la motivazione di correre con tutta la voglia e il divertimento che caratterizzano una passione personale. Continuare a correre in questa fase serve a perdere il meno possibile della efficienza atletica acquisita nei periodi allenanti. Probabilmente un podista esperto riesce a programmare i periodi di scarico in modo da prevenire che l'organismo vi arrivi eccessivamente affaticato se non addirittura infortunato. Io già da un mesetto ipotizzavo di dover ricorrere ad una fase rigenerativa ma non sono riuscito a fermarmi, a rallentarmi, a riposarmi. Fino a quando, aimè, mi è comparso un fastidioso dolore alla pianta dei piedi, che si è fatto via via più intenso, specialmente nei primi chilometri che percorro e che mi sta facendo seriamente temere di avere un principio di fascite plantare. Spero di essere in tempo ad arrestare il processo infiammatorio senza essere costretto a sospendere completamente la corsa per un periodo più o meno lungo. Sto pensando ad attuare un periodo con sessioni di corsa non troppo lunghe, massimo 8-9 km, intervallate da due giorni di riposo. Alle brutte prevedo di sostituire una sessione di corsa settimanale con una di nuoto in piscina. Mi auguro con tutto il cuore che basti a non farmi fermare...

una sessione di scarico

sabato 2 febbraio 2013

Voglia di velocità


Questa notte ho sognato che correvo. Un allenamento lungo al mattino per ameni sentieri, sconosciuti ma familiari, di un tranquillo e misterioso mare abbandonato d'inverno; un buon allenamento di 20 km. Poi nel primo pomeriggio, sentendo ancora l'esigenza di correre sono uscito nuovamente anche con le gambe stanche, e riuscivo ugualmente ad andare in scioltezza ed autonomia per diversi altri chilometri ancora. Ed ho realizzato che avrei potuto correre la mia prima maratona di lì a poco.
Poi mi sono svegliato già con un dolore atroce alla pianta dei piedi solo per trascinarmi dal letto al bagno...
Nei giorni scorsi, ma in realtà già da Gennaio quando pensavo di prepararmi al meglio per correre a tutta velocità la gara di Cecina, mi sono spesso soffermato a riflettere circa l'effettiva motivazione che poteva spingermi a programmare una gara di 42 chilometri. Al momento mi pare di capire che probabilmente in buona parte sarebbe conformismo: quanto mi sembra figo poter dire di aver corso una maratona! Non che non provi una sincera curiosità di come potrei sentirmi ad intraprendere una simile impresa, però mi rendo conto che per il mio fisico e la mia mente, ora come ora 21.097 metri sono già abbastanza divertenti e logoranti. Forse al momento, e non so ancora per quanto, mi sprona di più l'idea di velocizzarmi su distanze più brevi, come i 10 chilometri e la mezza, piuttosto che spremermi le ossa sul percorso lungo come il povero Filippide. Probabile che il senso di tutto questo sia solo la mia psiche a comunicarmi che non sono ancora pronto per battezzarmi maratoneta, anche se il sogno di questa notte sembra poter dire esattamente il contrario...