giovedì 10 novembre 2016

Una laurea senza lode

E chi lo se lo sarebbe mai aspettato, fino a pochi mesi fa, che sarei nuovamente riuscito a smettere di fumare ed a riprendere con la corsa? Io di certo no. Tanto meno potevo immaginare che mi sarei presentato al via della 40esima edizione della maratona di New York con l'ambizione di correrla per stabilire un nuovo primato personale!
Tutto è cominciato il giorno che ho capito che potevo correre con una scarpa sciolta... Già, perchè uno strano infortunio mi si era presentato durante una mezza maratona nel Gennaio 2015, che non si è mai risolto e la cui reale natura resta tuttora un mistero. Però, se tengo i lacci della scarpa destra molto allentati, il problema non si presenta o lo fa in maniera più attenuata. Dopo mesi e mesi di sospensione della corsa a tempo indeterminato, questa scoperta casuale è stata il primum movens della seguente successione di eventi: la ripresa della corsa, la cessazione del tabagismo, il ritorno in breve tempo a ritmi interessanti, una fame smisurata di endorfine e la malattia da dipendenza di eventi importanti culminata nell'iscrizione tramite Tour Operator alla TCS New York City Marathon 2016! 
Differentemente dal solito ho voluto fare a meno di appoggiarmi ad un personal trainer per la preparazione di questa maratona, affidandomi ai miei sensi di runner, sviluppati in 5 anni di pratica continuativa e paradossalmente ulteriormente affinati durante i mesi di stop per le rielaborazioni inconsce del mio cervello. Ho ripreso come bozza la tabella di una precedente maratona e me la sono riadattata in funzione del nuovo obiettivo di Novembre. 
Tutti mi dicevano di stare attento a non farmi troppe aspettative cronometriche, che New York è molto dura! Ma quando voglio sentirci a metà, spesso finisco per non sentirci affatto e mi sono buttato sempre più anima e corpo in questa nuova sfida. Per rinforzare a tempo di record i muscoli parzialmente atrofizzati dal lungo periodo di sedentarietà, ho scelto di andarmi ad allenare in montagna nel periodo estivo, illudendomi pure di aumentare l'ematocrito con l'altura. Un ruscello gelido, nel frattempo, sfiammava i miei tendini costantemente sollecitati dagli inevitabili sovraccarichi cui li sottoponevo giorno dopo giorno.
Finchè, uscita dopo uscita, venne il momento dell'allenamento clou della maratona, il lungo lunghissimo. Riprendendo le mie precedenti esperienze sotto la guida di famosi guru della corsa, avevo in mente di effettuare l'ultimo lunghissimo di 38 km a circa 1 mese dalla maratona. Uno stato di forma crescente ed il timore di poter mancare la prestazione a New York per le difficoltà altimetriche del tracciato, mi hanno convinto a segnarmi all'ultimo momento alla maratona di Carpi, dal percorso notoriamente scorrevole, per utilizzarla come ultimo grande stimolo allenante e come salvagente per realizzare un buon tempo, nel caso New York si fosse effettivamente rivelata non idonea a questo scopo.
E fu subito record. Stabilito un nuovo personal best di 3 ore, 17 minuti e 10 secondi. Maratona corsa in split negativo, in netta progressione veloce. E chi mi ferma più... New York sarà pure dura, ma anch'io tanto morbido non sono! E per chiudere la mia tabella in crescendo, riesco pure a battere il mio record sui 30 km alla maratona di Lucca, a 2 settimane dalla corsa nella mela, correndo alla media di 4'30" al km!
Il tempo di fare le valige, con dentro le ansie sugli alimenti che sarei riuscito a trovare per la mia delicata fase di ricarica dei carboidrati. All'incirca dieci ore seduto in aereo con le banane infilate dentro le scarpe nel bagaglio a mano. Eppoi via, abbondanza di chilometri per le strade di Manhattan, passando al setaccio supermercati alla disperata ricerca di fette biscottate e meraviglia di inevitabili escursioni sotto le luci a giorno degli immensi schermi di Times Square. Tra un piatto di pasta scondito ma non scondito in un ristorante italiano, non italiano, e castigati risotti in bianco nel Whole Foods di Columbus Circle.
Arriva finalmente il momento di partire per Staten Island! Sveglia alle 4.00 per fare tutto e non perdere la coincidenza dei trasporti marittimi e su ruote per il villaggio della partenza. Sempre in piedi. Se non altro non c'era quel freddo che mi aveva sempre spaventato guardando le precedenti edizioni alla televisione e per il quale mi ero attrezzato a dovere con capi di vestiario da sacrificare.
Il tempo scorre come una fila, lunga ma inesorabile. Mi sbuccio gli strati mano a mano che mi avvicino al villaggio del mio colore, il blu, e all'ingresso nel Corral. Poi, stipato insieme ad altri 50000, cerco comunque il tepore di un raggio di sole mentre viene cantato l'inno americano. 
Si parte! Senza riscaldamento, in salita e con i piedi intorpiditi. Ma le circostanze sono tali che non c'è modo di preoccuparsi, c'è soltanto da correre! 
Nei primi 5 km ho già perso oltre 1 minuto e mezzo rispetto alla mia tabella di marcia. La massa di corridori più lenti che ho davanti fa presto ad indispettirmi, così accelero come un matto per rimanere attaccato alla speranza di una prestazione di rilievo. La partecipazione del pubblico è impressionante, e pronunciano pure correttamente il mio soprannome, "c'mon Filo!". Ed io corro, superando in apparente scioltezza centinaia di runners, compreso l'uomo ragno! 
Sono riuscito a tenere il mio passo kamikaze fino a percorrere tutta la First Avenue, dopodichè, poco più che al 30esimo km ho avuto il vero cedimento energetico, il classico muro del maratoneta. E da lì in poi è stata tanta ma tanta sofferenza, solo per arrivare al traguardo e prendersi questa tanto agognata "laurea" della corsa. 
Ma ne è valsa davvero la pena? Che cosa mi ripaga di tanto stress e dolore autoinferto? Dopo un certo tipo di riflessione mi si aprono punti di vista più costruttivi, e divengo consapevole di non essere affatto pentito, anche se poteva andare meglio...ma infondo è sempre così.
I numeri della mia Maratona:
3h28min42sec real time
4162 assoluto su 51388 arrivati
535 su 4613 per età 45-49 anni 
237 su 2800 italiani 

Alcune scritte del pubblico:
"State soltanto producendo vino"
"Sembrate gente che lavora per avere una banana gratis"
"Almeno sorridi! Hai pagato per questo!"