domenica 19 febbraio 2017

Rivoluzione aerobica


Sono andato in overtraining perchè ho sovraccaricato il mio organismo con eccessivi e reiterati stimoli stressanti. Dopo 6 mesi di divano e sigarette, ho rimesso le scarpe da running agli inizi di Giugno 2016. Mi sono quindi ritrovato inaspettatamente in Ottobre,  nell'arco temporale di 1 mese, a correre 
la maratona di Carpi, dove ho fatto il mio personale (3h17'), una gara di 30 km a 4'30/km e la maratona di New York (in cui ho tenuto un passo medio di 4'30"/km fino al km 32 prima di sbattere contro il "muro"). Lo sforzo per riuscire ad arrivare comunque al traguardo di Central Park senza mai fermarmi a camminare, è stato uno dei più grandi stress psico-fisici che io ricordi da quando ho iniziato a fare sport. 


Una volta tornato in Italia, nonostante la stanchezza che gia cominciavo a palpare, non sono riuscito a fermarmi. Dopo un ulteriore mese di duri allenamenti ho voluto provare a dare tutto in una gara di 10 km vicino casa (Corri a Salviano), conclusa con oltre 1 minuto di ritardo rispetto ad una mia precedente partecipazione (2014). 


A quel punto è diventato più difficile ignorare che il mio corpo e la mia mente necessitassero con urgenza di riposo e rigenerazione. Ho rinunciato così alla mia partecipazione alla maratona di Pisa, ma ancora credevo di poter preparare una gara di 10 km per febbraio (Portofino run). Perchè fosse chiaro una volta per tutte che mi dovevo fermare, sono state necessarie un paio di uscite di gruppo sulla salita lunga ed impegnativa del "Poggio Pelato"(collinetta della mia zona) e una drammatica sessione di ripetute da 1000 metri in cui a stento sono riuscito a tenere il passo che fino ad 1 mese prima sostenevo per 30 km almeno. In aggiunta manifestavo stanchezza cronica, craving per i dolci, difficoltà a perdere peso, inibizione della libido, insonnia...È in quel periodo che ho cominciato ad interessarmi al sistema di allenamento cardiocentrico. L'argomento mi ha incuriosito e stimolato ed ho iniziato a procurarmi materiale ed a studiare. 


Trai libri che ho letto, mi ha colpito particolarmente "Lore of Running" di Tim Noakes, che a mio parere merita la fama attribuitagli di "Bibbia" del running, e "The Big Book of Endurance Training and Racing" di Philip Maffetone, incentrato sull'importanza della costruzione aerobica di base mediante grandi volumi di corsa ad intensità molto bassa con l'utilizzo del cardiofrequenzimetro. Nel frattempo ho cominciato a seguire un programma cardiocentrico sul quale sono incappato navigando su internet e che mi ha intrigato particolarmente. In sostanza ho appreso di essere carente dal punto di vista aerobico nonostante abbia corso 8 maratone, e di essermi quasi sempre appoggiato ai meccanismi anaerobici nei miei allenamenti e nelle mie gare. Quindi dovrei potermi giovare di un lungo periodo di corse mirate a costruire una solida base aerobica. Così dai primi di gennaio 2017 ad oggi (19 Febbraio) ho gia percorso più di 500 km ad andature rigorosamente scandite da percentuali della frequenza cardiaca massima per lo più inferiori al 75%. In aggiunta, come parte di un approccio olistico, ho modulato la mia alimentazione riducendo l'assunzione degli zuccheri a favore dei grassi. E questo per stimolare cambiamenti metabolici nel lungo periodo rappresentati essenzialmente da una maggiore efficienza di utilizzo dei grassi a scopo energetico all'interno dei muscoli coinvolti nella corsa. E gia vedo i primi riscontri positivi essendo calato di 4 kg da inizio anno.


Tutto questo per una sfida in programma: la maratona di Carpi ad Ottobre 2017. E farò in modo da tenermi anche disciplinatamente alla larga da uscite di gruppo, cene sociali e gare per ottimizzare gli adattamenti organici che ricerco. Senza ombra di dubbio si tratta di un sistema di allenamento e di vita solitario. Ma forse è un periodo della vita in cui ne sento il bisogno, dal momento che mi risulta così facile.


mercoledì 15 febbraio 2017

Un soldatino legato a un palloncino


Eccoci al primo infortunio dell'anno! Domenica era una splendida giornata e la mattina sul lungomare si respirava a meraviglia. Ero appena partito per la mia prevista sessione di jogging da un'ora, a metà tra l'arrabbiato ed il curioso ponendo attenzione al funzionamento del mio cardiofrequenzimetro, che tanto mi aveva fatto penare nelle uscite precedenti. Si perchè dall'ultima volta che ho scritto ho cambiato metodo di allenamento. Ora mi alleno in modo cardiocentrico seguendo un programma particolare di cui forse parlerò meglio in seguito. Mi sono bastati giusto i primi 800 metri per rendermi conto che anche stavolta i dati della frequenza non erano affidabili. Ma ero riuscito a scegliere di non prendermela troppo, pensando a godermi la bella mattinata correndo a sensazione...una buca lungo la strada e crac!! Una storta micidiale! Cado a terra e ci rimango alcuni minuti, urlando dal dolore, proprio come i calciatori in tv quando sembra che accentuino gli effetti di un fallo traumatico. La gente accorsa si interroga se chiamare il 118. "No, no", dico io, "non è nulla". E a momenti perdo i sensi dal dolore. Quando finalmente mi rialzo, mi gira ancora la testa. Mi avvio piano piano verso casa, con un pessimo stato d'animo nel cuore. Passato il capogiro però, visto che non avvertivo particolari dolori, non sono riuscito a rinunciare alla mia uscita ed ho ripreso a correre da dove mi ero fermato. Tanto poi chissa quanto dovrò stare fermo...mi dicevo. Una volta a casa, prima di lavarmi, scatto una foto alla caviglia e immergo la parte nel ghiaccio. 


Il giorno dopo non c'è quasi più nulla, ho poco dolore e lavoro tutto il giorno; ne approfitto per una giornata di riposo. Al martedì invece, visto che tutto sembra quasi a posto, esco per la mia corsa media come da programma, come non fosse successo niente. Solo in serata, dopo essere stato a fare due chiacchere con un collega ortopedico nella sala gessi del mio ospedale, apprendo che quel "mezzo uovo" di piccione che si vede nella foto al di sotto del mio malleolo esterno, si chiama segno di Robert-Jaspert. Ovvero lo stravaso di sangue causato dalla rottura dell'arteriola che decorre proprio sopra al legamento peroneo-astragalico anteriore.


Lui ci ha fatto la tesi, dice. È riportato trai segni tipici che si associano alla rottura del legamento succitato. Ma senti che bello! Ed ora?! Potrà questo influire negativamente nel mio inseguimento alla maratona della gloria? Proprio quel piede che presentava già un accentuato grado di iperpronazione...Mi torna in mente l'inconsapevole sadismo del collega che mi invitava a constatare con il mio dito indice l'assenza del legamento paragonandolo con la caviglia dell'altro lato. E trascorro una notte agitata dagli incubi. Questa mattina invece c'è un bel sole, e qualcosa in me deve essere sedimentato in un modo o in un altro, come sempre mai in maniera completa. Come quella volta che avevo tre anni e mia nonna legò ad un palloncino di elio uno dei soldatini numerati che componevano l'equipaggio di un camioncino giocattolo da guerra. Trovo triste per quanto inevitabile, dover ancora constatare che perdiamo pezzi per strada. Non ho mai avuto il buon senso di riuscire a fermarmi ad aspettare, io bisogna che mi muova sempre.