giovedì 1 ottobre 2015

Dal moribondo alla maratona in 1 mese

Mi ero iscritto alla maratona di Berlino 2015 quasi per sbaglio un anno fa, vincitore della lotteria, col ricordo della bellissima esperienza di corsa e di vita dell'anno prima. Con le proiezioni della mia bulimica rincorsa alla gloria, poteva essere la maratona delle 3 ore, almeno nei sogni. Un percorso così piatto e regolare, ispira velocità. Quella velocità che inseguivo anche a Torre del Lago, nella mezza in cui mi infortunai, a Gennaio. Un sacco di tempo per arrivare ad accettare che è la mia ernia del disco a comprimere il nervo e non corro più come prima. Vado lento, ho sgradevoli sensazioni dal piede colpito, non mi diverte più. Ho completamente cessato di correre a metà marzo. Sono stato a Londra dove ero iscritto alla prestigiosissima maratona, ma visto che non correvo da 1 mese non ci ho nemmeno pensato a presentarmi alla partenza. Anzì mi sono divertito camminando in giro per la città, tra junk food, birre e cicchini. Poi, beh...poi è successo il finimondo della mia vita ma tralascio. Ho ripreso a corricchiare da metà agosto ed il 24 agosto ho per la prima volta corso nuovamente 10 km in meno di 1 ora. Quello che viene chiamato il "test del moribondo" e che comunemente viene usato come spartiacque tra la velocità di corsa del runner e quella del jogger, solitamente più lento dei fatidici 10 km/h. E così ho corricchiato per tutto settembre. Sempre in pineta, dove ho il mio percorso di 1 miglio, sempre con scarpe leggere ed adatte alla corsa di punta e senza plantari, sempre 10 km, sempre lenti e sempre faticosi. Ho cercato di andare a giorni alterni, ma sono molte le volte che ho dovuto saltare bloccato da un brutto mal di schiena. Non era pensabile correre la maratona. Dal moribondo alla maratona in 1 mese! Finchè non ci ho pensato, evidentemente. Ma lo stesso dubitavo fortemente e mi sentivo in contrasto. Addirittura ho creduto di non prendere nemmeno l'aereo quasi fino all'ultimo momento. E mentre preparavo il mio bagaglio era chiaro che ci avrei provato. Me lo giustificavo come evento catartico per provare a spurgare almeno un po di quel dolore che ho provato e che in un modo diverso continuo a provare, da quando ho perso il mio babbo. Ma anche per altre cose, l'impresa folle. Ma so che l'ho fatto, e non è stata proprio una passeggiata. Prima di partire dall'Italia ho messo ai piedi le scarpe con cui avrei corso la maratona e non erano le stesse con cui avevo corso nell'ultimo mese! Ma erano le ghost 7 con i plantari del Dr Mazzoncini! Altra pazzia! Chi corre lo sa che non si cambia scarpa così prima di una maratona. Eddai, una volta sull'aereo in partenza, la mente comincia a cercare soluzioni al problema che gli pongo. Come spostare questo corpo per 42 km entro un tempo limite di 6 ore? Per prendere la medaglia con tanto di incisione gia pagata a suo tempo online, mi dico. Però arrivo in città e mi comporto come se non avessi da correre, vado in giro, stravizio.
 Mi sono fatto anche un bel giro approfondito dell'expo della maratona, cosa che lo scorso anno non feci per paura di stancare i muscoli per la prestazione. Mi sono fatto anche un regalo, una maglietta termica xbionic, la marca più cara.
Avevo notato freschino la mattina quando sono andato a bermi uno sciacquone di caffe al bar più vicino casa. Per il resto ero attrezzato con buff e manicotti, e un sacco di plastica usa e getta coi i fori per indossarlo.
Non mi ero premurato invece di portarmi da casa i miei integratori per la gara. Pensavo che enervit avesse sicuramente uno stand all'expo. E invece non era così. Quindi ho dovuto scegliere tra decine di prodotti di marche a me sconosciute, quello che ho ritenuto più adatto a me, due boccette di soluzione acquosa di destrosio.
Le maltodestrine cerco di evitarle perchè mi danno ipoglicemia reattiva. Tanto quelle contano davvero poco per correre 42 km, basta essere allenati e bisogna anche esserlo davvero. Non come me ora. Quindi ho fatto la parte del folle domenica mattina anche quando trovando gli ascensori dello stabile bloccati sono scavalcato nel terrazzo accanto, dove ho trovato persone sveglie che fortunatamente partecipavano alla maratona e mi hanno simpaticamente aiutato ad andare in strada. Da li una passeggiata lunga fino al blocco di partenza assegnato. Io avevo il blocco E in base al tempo di 3:19 fatto quì un anno prima. Da che cosa mi rendevo conto che non ero affatto convinto di correrla? Da troppe cose che mi accorgo via via di aver tralasciato, talvolta quando è veramente troppo tardi. Come la macchinetta del caffe e l'episodio della bottiglia nei minuti prima dello start, che ometto per buongusto. L'aria è fresca la mattina a Berlino.
Attendo con ansia che arrivi l'ora di partire perchè sto congelando dal freddo. Marea umana, tanto giallo, uno spicchio di sole. E vengono liberati i palloncini, ma anche i corridori dalle griglie. E finalmente si parte.
Sono cauto anche se mi sento più sciolto del solito. Penso, che alla mezza ci arrivo di sicuro. Eppoi...eppoi ragionavo mentre correvo per inventarmi qualcosa. E intanto correvo, il ventesimo km si avvicinava prima di quanto pensassi ed ancora valutavo alcune possibili strategie per arrivare in fondo alla gara.
Infine avevo scelto di arrivare alla mezza senza mai fermarmi ai ristori per poi invece fare una sosta, assumere integratori di zuccheri, camminare e riprendere a corricchiare fino al prossimo ristoro. Ecco pensavo di aiutarmi con questo sistema. Ma superata la linea rilevatrice dei 21,1 km ho dovuto constatare che non c'era nessun ristoro. Figuriamoci se mi ero preventivamente studiato le posizioni dei ristori, le ho date per scontate, sbagliando. Erano sfalsati rispetto a come siamo abituati in Italia. E così ho continuato a correre. Mi sono ristorato con un integratore e dell'acqua al ristoro intorno al 25 km ed ho ripreso subito a correre. Sentivo di avere tutto sommato una insperata azione di corsa e così mi sono detto, arriva a 30 e se ne riparla. E fino ai 30 km posso dire di aver corso sempre e senza enormi difficoltà. Al trentesimo invece stavolta mi sono piantato.
Perchè insistere? Per fare il supereroe e provare a stare addirittura sotto le 4 ore? Ormai anche camminando sarei riuscito ad arrivare in tempo limite. Restavano solo 12 interminabili km. Mentre camminavo al bordo del percorso, la folta folla mi incitava da molto vicino, scambiando cinque, chiamandomi per nome leggendolo dal pettorale di gara. In certi tratti il tifo era talmente molesto, con coriandoli, musica e belle ragazze, che mi era impossibile continuare a camminare. E così riprendevo a corricchiare con dolori atroci e senza più forze. Fino a che non mi rifermavo per poi ripartire. Agli ultimi km ricordo che ero veramente cotto, avrei voluto correre ma riuscivo a mala pena a camminare. Solo davanti alla porta di Brandeburgo ho deciso di immolare il mio corpo con il sangue che mi sprizzava nelle articolazioni, correndo gli ultimi 400 metri.
Ricordo, lo scorso anno quando tagliai il traguardo e vidi che ero riuscito a stare sotto le 3 ore e 20 minuti, dissi, i made it! Stavolta non ho detto niente. Non che abbia provato delusione per non essere riuscito a stare sotto le 4 ore. 4 ore e 8 minuti è meglio di quanto mi sarei mai aspettato, esattamente come fare 4 moribondi di fila più 2 km. E che importa se sono arrivato 17000 su 44000 partecipanti. Ma, non un senso di liberazione, e meno endorfine di quante ricordavo...E più dolori. E se mai fosse servito a qualcosa, forse lo scoprirò. 

sabato 15 agosto 2015

5 maratone in 1 anno



E dopo... Beh, e dopo sarebbe troppo lunga da scrivere in un solo post... Mi prese in pieno la dipendenza da maratona, al punto che sono riuscito a correrne 5 di fila in 1 anno, sempre migliorando il mio tempo. La mia ultima maratona è, e probabilmente resterà, quella di Berlino 2014, dove ho realizzato il mio record personale di 3 ore 19 minuti e 31 secondi. Questo anche grazie ad un drammatico sprint finale, con tutto il cuore che avevo, perchè mi ero messo in testa di non tornare dalla Germania con un tempo sopra le 3 ore e 20.


Nel 2015 invece, ero iscritto alla prestigiosissima maratona di Londra. Ma a causa di uno strano infortunio, che persiste, non vi ho preso parte. La mia avventura con la corsa sembrerebbe finita; riesco comunque ancora a fare jogging, se e quando ne ho voglia... E se anche fosse vero, che il mio corpo si è rotto in un punto strano che non si può aggiustare, e riuscissi a non disperarmi, la corsa mi avrebbe davvero insegnato qualcosa.